Inebriarsi di Bologna nella notte dell’arte

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Inebriarsi di Bologna durante Bolonga Art Night, la notte dell’arte. Raggiungere il centro mentre cala la sera e percepirne la magia; accorgersi che l’arte, così come la gente, non c’è sempre bisogno di capirla per sentire che fa bene. 

Ricordarsi per il prossimo anno che Bologna in questi giorni, è meglio raggiungerla in treno.

Percorriamo tutta via Indipendenza, accompagnati dall’artcity map ma con il desiderio condiviso di perderci nella città e assaporarne i dettagli non programmabili.

Tappa obbligata sotto i portici per una crêpe e un panino alla mortadella con ingredienti italianissimi, da Magnifico Ambasciata del Gusto, rigorosamente seduti, anche se per poco, così da iniziare a gustarci la serata.

C’incamminiamo verso via d’Azeglio, passando per piazza Maggiore; impossibile resistere al posticino che ti prepara un affogato al cioccolato, bollente e da passeggio!

Eccoci al numero 15; questa sì che è una destinazione cercata: la casa dell’artista.

Le canzoni del grande Lucio Dalla riecheggiano nella via e provengono da un chiosco di caldarroste, imbastito proprio sotto al suo balcone.

A questo numero civico corrisponde anche la location della Galleria d’arte Maggiore G.A.M., che ospita la mostra Terra italiana. Paladino, Leoncillo, Matta, Cha.

L’esposizione sarebbe già bella di suo, se non fosse che per entrarci è necessario superare un massiccio cancello, il quale rende tutto più affascinante. racchiuso.

Pochi passi e noti un cancello ancora più grande, alla tua sinistra che ti regala l’accesso  ad un chiostro.

E come resistere alla tentazione di spingerlo? Entri nel giardino all’aperto, guardi in alto e hai solo il cielo stellato…  Dopo tutti questi anni, ancora mi sbalordisce l’idea di entrare in un posto “chiuso” ma “all’aperto”… meravigliosamente magico!

Il nostro pensiero comune è: “Hai capito Lucio?

Si prosegue verso via Farini. Svoltiamo a sinistra verso i portici di via dell’Archiginnasio, e ci fermiamo al numero 2, il Museo Civico Archeologico che ospita la mostra Il Piedistallo vuoto. Fantasmi dell’Est Europa, con le opere dei veri protagonisti dell’Art contest di quest’anno:  i giovani artisti dell’est.

Grazie al conveniente biglietto Artefiera l’ingresso a questa esposizione, così come alle altre, è gratuito!

La voglia di re-immergerci nella folla ci porta a camminare fino a via Zamboni, tra sguardi complici che s’incrociano, facce che scrutano cartine, persone che si fanno una birra sotto il portico mentre aspettano di accedere a una Chiesa o in un museo di sabato sera, come se fosse tanto naturale quanto entrare all’Irish pub.

Al numero 20 di via Zamboni, presso Palazzo Magnani, è possibile visitare Percorsi del Magico a Bologna; ciò che merita davvero qui è il salone d’onore, arricchito dal fregio La Storia di Romolo e Remo, che ha il potere di farti rimanere due minuti con la testa verso l’alto, per capacitarti della bellezza unica del soffitto.

Percorrendo via Rizzoli ci dirigiamo verso  Piazza Nettuno;  a colpirci è la folla accalcata davanti a Sala Borsa,  al numero 3, dove sono in mostra più di 500 loghi ricevuti da tutto il mondo per il concorso Bologna City Branding.

Ancora una volta sono i meravigliosi soffitti a lasciarci senza respiro, così come le gallerie che serpeggiano ai lati dell’enorme stanza e che ricordano quelle di un antico teatro.

All’uscita ci attende la notte, stellata, e un suonatore ai piedi del palazzo che intona: “Generale, dietro la collina…”.

Non si può fare a meno di fermarsi sui gradini, guardare la piazza, cantare e ammirare per qualche eterno istante la piazza. E poi scendere, sentirsi più uniti alle persone che ti passano accanto, che a loro volta cantano, chi a squarciagola, chi sottovoce… L’atmosfera è densa di emozioni!

Piacevolmente “provati” dalla giornata, ci dirigiamo verso la macchina ed è bellissimo fare capolino anche tra quei i luoghi che non fanno parte del percorso Art City (contrassegnati all’entrata da un bollino e un numero che va da 1 a 37) ma rappresentano comunque un’indiscutibile e permanente testimonianza dell’arte; le chiese, aperte di notte, sono davvero uno spettacolo.

Vengo attirata dallo sfavillio di luci dorate proveniente dal Grand Hotel Majestic “Già Baglioni”, 8, dove si svolgerà una performance sul futurismo, richiedente un invito.

L’arte sa essere anche questo: élite.

Non resisto e do comunque una sbirciatina dentro: sembra un ricevimento preso dal Grande Gatsby, con tanto di camerieri in costume, tappeto vermiglio e flûtes di champagne.

L’ultima tappa sulla nostra strada è il Museo Civico Medievale, via Manzoni , 4. E qui Bologna ci saluta con un altro magnifico chiostro, così come ci aveva accolto.

Noi la salutiamo con un senso di piena leggerezza e la sensazione che a volte basta solo fermarsi ad ammirare,  per scatenare la magia fuori e dentro di noi.

Post scritto dalla tata collaboratrice Katia El Mogi.

Se ti è piaciuto il suo post di lei puoi anche leggere Gioie e colori di un matrimonio indiano a Mumbai

 

Published by
Elisa e Luca

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